La storia dell’umanità è piena di segreti, misteri e vicende sconosciute; nonostante tutto crediamo di aver mappato il nostro passato instaurando dogmi e certezze basati su documentazioni, strutture e ritrovamenti di qualsiasi tipo. Ma cosa succede quando arriva l’evidenza che pone dei punti interrogativi ai princìpi considerati fino a oggi indiscutibili?
Graham Hancock è uno dei pochi storici che sta provando a sradicare questi dogmi e sostituirli con opinioni più moderne, e per questo viene considerato uno pseudoscienziato dagli accademici, che, secondo Hancock, hanno il ruolo di guardiani di ciò che è consentito dire al pubblico e cosa no.
L’intento di questo articolo non è di sputare sulla storia che ci hanno insegnato a scuola, ma di offrire ai lettori una nuova prospettiva, una possibilità per conoscere teorie poco discusse e molto interessanti.
Per mettere tutto in prospettiva è opportuno citare Randall Carlson che nel Joe Rogan Podcast n°1897insieme a Graham Hancock pone un dubbio:
«Se la prima auto con motore a scoppio è stata messa a punto nel 1886 e nel 1969 abbiamo mandato gli uomini sulla luna, in soli 83 anni l’uomo è stato in grado di evolversi tecnologicamente per poter andare nello spazio; considerando però che l’uomo moderno è apparso sulla terra circa 130 mila anni fa, cosa è successo in tutto questo tempo? Se la specie umana è a questo stato dell’evoluzione da più di mille secoli come mai ha raggiunto questo livello di tecnologia solo ora?».
La risposta di Hancock e Carlson data sui vari JRE podcast dove sono stati ospiti è che ci eravamo già arrivati, ma questa civiltà è stata spazzata via da un evento catastrofico accaduto circa 13 mila anni fa, ovvero un impatto di diversi corpi celesti in Nord America di cui ovviamente abbiamo le prove.
Il riscontro più spiazzante che potrebbe indicare l’esistenza di una civiltà umana più avanzata di quanto possiamo credere è quella del bracciale denisoviano, scoperto in Siberia.
Graham Hancock spiega quanto sia un oggetto fuori dal suo tempo nel JRE podcast n° 1284
: ciò che lo rende così particolare è la sua cavitazioni , che gli scienziati hanno scoperto è stata traforata in modo stabile e soprattutto rapido, e al tempo non esisteva una tecnologia che lo permettesse in quanto risalente a 40 mila anni fa!
Un altro esempio sicuramente più conosciuto di tecnologia ormai dimenticata sono le piramidi:
i blocchi calcarei con cui sono state costruite hanno un peso che varia dagli 800 kg alle 4 tonnellate e la teoria che gli Egizi abbiano usato delle rampe per spostare questi massi va contro le leggi della fisica.
Lo spiega sempre Graham Hancock nel JRE podcast n°1284 dicendo che per spostare blocchi di quel peso usando unicamente un sistema di leve serve che la rampa non ecceda i 10 gradi di pendenza; calcolando anche la loro incredibile altezza, quanto doveva essere lunga questa fantomatica rampa? E se davvero fosse stato questo il metodo di costruzione delle piramidi, perché queste rampe non sono visibili, in quanto la loro lunghezza implicherebbe la costruzione di queste ultime con un materiale resistente che non ne permetta il collasso?
Sempre Graham Hancock fa notare in un’intervista il tratto più spiazzante delle piramidi, cioè la loro precisione: prendendo per esempio la piramide di Giza, se si moltiplica la sua altezza per 43200, come risultato si ottiene il raggio polare della terra; se si prende il perimetro della piramide e si moltiplica anch’esso per 43200, si ottiene il raggio equatoriale della terra; infine, i 4 angoli alla base della piramide seguono alla perfezione i 4 punti cardinali (con un solo margine di errore di 1/15).
Questo ci fa capire come le piramidi siano un altro esempio di tecnologia che appare fuori dalla portata della civiltà che ne ha usufruito.
Ci sono altri infiniti esempi di questo tipo, e non basta un singolo articolo per poterle illustrare tutte, uscirà quindi a breve una parte 2.
In conclusione teniamo a ripetere che l’intento di questo articolo non è di screditare o riscrivere la storia che ci viene insegnata ma di creare curiosità e domande in voi lettori dandovi la possibilità di tenere sempre la mente aperta e la voglia di scoprire accesa.
Leonardo Banella