I problemi della buona scuola

La legge 107 del 2015 conosciuta come legge della Buona scuola proposta dal Governo Renzi, ha introdotto per tutti gli studenti del triennio l’obbligo alla partecipazione al progetto alternanza scuola-lavoro. Oggi chiamata PCTO acronimo di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento. Il MIUR la definisce una modalità didattica innovativa, che attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso di studio e, in futuro di lavoro, grazie a progetti in linea con il loro piano di studi.

Ma è veramente cosi?

Molti si sono espressi contrariamente a questa legge tra le varie associazioni studentesche e politiche come l’Unione degli Studenti (UDS) o il segretario del fronte della gioventù comunista (FGC) Lorenzo Lang attraverso manifestazioni e dibattiti aperti.

In seguito alla morte di Lorenzo Parelli del diciottenne morto presso Udine, il 21 gennaio 2022 schiacciato da una trave nel suo ultimo giorno di alternanza, le proteste si sono intensificate e il problema dell’inefficienza e del pericolo che contraddistinguono i PCTO è diventato innegabile.

Questo è toccato anche al sedicenne di Monte Urano, Giuseppe Lenoci, straziato tra le lamiere di un furgone a Serra de’ Conti, in provincia di Ancona. Giuseppe stava svolgendo un tirocinio in una ditta di termo-idraulica ed era sul bordo, come passeggero di un furgone dell’azienda, il mezzo uscito fuori strada ne ha causato la morte.

Le proteste relative a un cambiamento generale della scuola e dei PCTO hanno animato le piazze d’Italia senza però destare l’interesse del governo o del ministero dell’istruzione.

I ragazzi chiedono un cambiamento: i corsi sulla sicurezza, necessari per la salvaguardia dei ragazzi  sia a scuola che in azienda vengono valicati senza dar loro il peso che meritano e i ragazzi vengono sfruttati con orari impossibili e chiaramente, non retribuiti. C’è poi chi ha subito il problema opposto trascorrendo giornate intere senza far nulla o perlomeno svolgendo ore di alternanza non attinenti con i percorsi scolastici stabiliti. 

Questo è stato evidenziato anche nel sondaggio fatto da noi ragazzi dello YET, dove si osserva che più del 50% degli studenti non hanno avuto un’esperienza formativa adatta al loro percorso di studi, questo ci fa capire che anche gli studenti aretini subiscono questo problema comune che riguarda tutte le regioni del nostro stato.

Riconosciamo ovviamente la necessità per gli istituti professionali iniziative di questo genere che però devono essere migliorate. 

Questo perchè la scuola dovrebbe educare il ragazzo in maniera integrale consentendone il libero sviluppo attraverso la personalizzazione del percorso formativo basata sulle sue aspirazioni e interessi per renderlo libero di autodeterminarsi, cosa che nei PCTO non avviene o che in generale fatica a fare sempre. 

PCTO (ex alternanza scuola lavoro) a pagamento vietati dal Miur – Notizie Scuola (tecnicadellascuola.it)

Secondo noi dello YET dovrebbero essere apportati cambiamenti  in merito al Pcto partendo da:

  • Un’eventuale copertura da parte della scuola o dell’azienda per le spese relative ai trasporti e ai pasti, per tutti quei casi in cui i ragazzi devono provvedere di tasca propria durante lo svolgimento degli orari obbligatori imposti.
  • Una simbolica retribuzione da parte delle aziende, che possa incoraggiare i ragazzi ad impegnarsi nelle attività di stage e gratificarli al termine di queste.
  • Un’adatta formazione sulla sicurezza non solo da parte degli istituti ma anche delle aziende stesse, che devono provvedere all’incolumità dello studente e garantirgli un’ambiente privo di pericoli.
  • Una attenzione maggiore per la classificazione tra i percorsi che orientano lo studente al mondo del lavoro, garantendo una continuazione degli studi. Non soltanto in ambito universitario ma anche a corsi di formazione.
  • Rendere lo studente consapevole di determinare il proprio percorso di formazione lavorativa per renderlo quanto più coerente possibile con le sue aspirazioni.

Articolo di Niccolo Salvatori Margherita Murru Elisabetta Fiacchini